#insiemeraccontiamo n.70

Anche se fuori dai soliti schemi (lancio del 20 del mese e tempo per scrivere fino a fine mese), eccomi pronta a partecipare alla sfida mensile di Pat del blog myrtilla’s house, che prevede di trovare ogni volta una conclusione al suo “incipit”…
Perciò, ecco qua il mio finale…

Era stata assente veramente tanto e senza dare spiegazioni. Cosa avrebbero detto i suoi amici? Forse, era meglio prepararsi a spiegare cosa era successo.

Certo, dare spiegazioni sarebbe stato complicato… forse l’avrebbero presa per pazza…
Ad ogni modo, si preparò e andò all’appuntamento che avevano ormai da mesi…
Una volta arrivata davanti al locale, però, non vide nessuno. Forse erano già entrati tutti senza aspettarla?
Allora entrò e si rivolse al primo cameriere che le venne incontro… “Scusi, dovrebbe esserci un tavolo prenotato per un gruppo di 20 persone…”
Il cameriere le fece cenno di seguirla al bancone e controllò l’agenda. “A che nome, prego?”
Lei ci pensò un momento… “Non saprei… ha prenotato un’amica. Forse a nome ‘Grandi’? Ma avete molte tavolate stasera?”
Il cameriere la osservò stupito… “No, signorina… Il fatto è che non abbiamo nessuna prenotazione per 20, stasera…”
Lei si guardò intorno ed in effetti il locale appariva abbastanza tranquillo… “Ma ne è davvero sicuro? Abbiamo un tavolo prenotato per il 25 giugno da quasi tre mesi!”
Lui la guardò con aria ancora più sbalordita… “Ehm, signorina… Ha sbagliato data… oggi è il 13 aprile!”
Lei restò di stucco… Arrossì e si scusò, lasciando in tutta fretta il locale…
Eppure quando era tornata, il cellulare indicava il 25 giugno!! Gli omini verdi che l’avevano rapita, al momento di riportarla a casa le avevano detto che nessuno aveva sentito la sua mancanza… ma lei non aveva dato loro ascolto!!! Forse aveva sognato tutto??
Ma perché il cellulare aveva cambiato data così? E aveva trovato tutti gli apparecchi elettronici di casa sua che lampeggiavano…

–FINE–

#insiemeraccontiamo n.69

Ormai da un paio di anni seguo (più o meno assiduamente) la sfida mensile di Pat del blog myrtilla’s house, che prevede il giorno 20 di ogni mese un “incipit” nuovo a cui dare una conclusione…
E questa volta, l’incipit di Pat… l’ho scritto io!! 🙂 Grazie a Pat per questa emozionante occasione che mi ha dato. Perciò, ecco il mio inizio e il mio finale (come l’avevo immaginato fin dal primo istante)…

Era legata mani e piedi. Non poteva muoversi.
Si domandò se a quel punto sarebbe più potuta tornare indietro…
al suo passato.

Suonava, cantava e componeva musica e canzoni da quando era bambina. Da adolescente aveva studiato tenacemente e si era sempre più perfezionata. Per molti anni aveva sognato che la sua musica raggiungesse il maggior numero di persone possibile e quel contratto con una delle più grandi case discografiche le era sembrato il coronamento di un sogno Ma… ora che poteva raggiungere milioni di persone in ogni angolo del mondo, quella non era la sua musica e nemmeno le sue parole! D’accordo, aveva scalato le classifiche una settimana dopo l’altra con una musica facilmente orecchiabile e dei testi non memorabili, ma di facile memorizzazione…
Purtroppo, quel mascalzone del suo manager, dopo essersi conquistato la sua fiducia, l’aveva trasformata in una semplice macchina da soldi. Lei si era fidata di lui e aveva firmato ad occhi chiusi il contratto che le aveva presentato… peccato che lui l’avesse circuita così bene!!!
Era diventata un burattino in mano alla casa discografica e uscire da quella situazione era praticamente impossibile, a meno di versare cifre astronomiche. Era legata mani e piedi da quel contratto. Ma lei voleva tornare indietro, a quando cantava le sue canzoni nei bar e nei pub, ma la sua musica arrivava dritta dalla sua anima al cuore delle persone che la ascoltavano.
Chiuse gli occhi e firmò la lettera con cui chiedeva la rescissione del contratto. E poi, forse, sarebbe stata libera… avrebbe pagato i suoi debiti per molto, molto tempo, ma sarebbe stata libera di tornare a mettere a nudo la propria anima nelle proprie canzoni!

🙂

#insiemeraccontiamo 67

E dopo aver saltato l’appuntamento del mese scorso, rieccomi a partecipare alla nuova sfida di Pat del blog myrtilla’s house, mia grande ispiratrice di storie, con il suo “incipit” nuovo a cui dare una conclusione…

Come al solito, la prima cosa che lesse sul giornale fu l’oroscopo. Chissà cosa le avrebbe predetto per la giornata?

/10. Soldi: Attenzione alle vostre finanze, non fate spese sconsiderate: domani potreste pentirvene. Lavoro: Un problema irrisolto si riproporrà oggi alla vostra attenzione. Amore: Fate più attenzione alla vostra relazione, il partner potrebbe risentire del vostro bisogno dei vostri spazi.”
“Ok, allora sai che faccio oggi?? Telefono al lavoro e dico che non sto bene. Poi chiamo mia madre che mi vada a prendere i bambini a scuola e se li tenga fino a domani. Poi preparo una seratina speciale per stasera con il maritino e ci prendiamo un po’ di tempo tutto per noi! Ovviamente senza fare grandi spese! Così, 3 piccioni con una fava… E mi vieni a dire che è una giornata da 1 stellina??? Ora ti aggiusto io!!!”

– – …FINE – –
😁

#insiemeraccontiamo 65bis


Caspita!!! Questa volta l’“incipit” di Pat del blog myrtilla’s house mi ha davvero presa… Sarà perché appena l’ho letto mi si sono aperte decine di possibilità in testa, sarà perché in isolamento con i figli minori non ho molti altri stimoli e posso concentrarmi meglio, ma mi è già venuto un altro nuovo finale (qui il primo)…

Prese il fucile e controllò che fosse carico. Sapeva già cosa l’attendeva.
Intanto fuori scendeva lentamente il buio.

Appena il caporale diede il segnale, uscì dalla camerata insieme al soldato Berti e si misero in fila per due sull’attenti. Il caporale li aspettava per scortarli. Si scambiarono il saluto militare e poi si misero in marcia.
L’umido della sera già iniziava ad alzarsi. Ben presto arrivarono al posto di guardia e, dopo essersi scambiati il saluto militare con la coppia di soldati di turno, diedero loro il cambio. Mentre si allontanavano marciando dietro al caporale, e il rumore ritmico dei loro passi si affievoliva sempre più, si mise a pensare: “Speriamo che non scenda troppo la temperatura. Se stavolta mi ammalo, mi salta la licenza di Pasqua! Per fortuna ho messo 2 magliette sotto la divisa… […] Chissà se mamma prepara l’agnello con la ricetta di zia Lisetta… […] Certo che marcar visita qualche giorno prima di Pasqua, quando la caserma si svuota… […] Se mia sorella Pinuccia quest’anno ci porta a casa un altro tipo strambo come l’anno scorso, però, vale la pena vedere la faccia di papà!! […] No, meglio non ammalarsi!”
Le ore passavano lentamente, la tromba aveva suonato il silenzio già da un po’ e tutto taceva… ma non la sua testa: “Chissà cosa avrà da dirmi Maria di tanto importante che non poteva dirmelo al telefono… […] Si sarà mica trovata un altro? No, ti pare? […] O forse sì… Certo che vedersi una volta ogni 2 mesi non è proprio il massimo… Ma ancora 6 mesi e ‘sta naja finisce… […] E poi, magari… […] Siamo ancora troppo giovani per sposarci… […] Però, almeno ci vediamo più spesso… […] Mmmh, e se si è stufata? Vabbè, vuol dire che cerco di riconquistarla. No, dài… […] Al telefono dice sempre che le manco. […]”
Finalmente si udì l’eco dei passi dei due commilitoni che stavano venendo a dargli il cambio…
Saluto, cambio, saluto, in marcia dietro al caporale fino alla camerata. Poi attenti, saluto e riposo… E finalmente era libero di andarsi a buttare sulla branda per quelle poche ore che restavano fino alla sveglia…
La mattina dopo suonò la tromba e ricominciò la solita routine. Non se ne accorse nemmeno, finché non ricevette un pacchetto da casa…
Era di Maria!!! “Allora forse non vuole lasciarmi… Che senso avrebbe mandare un pacchetto a qualcuno che devi lasciare??” Era morbido e piccolo… Scartandolo, intravide un fagottino di lana giallo pastello con dei nastrini arrotolati… Non aveva il coraggio di estrarlo: troppi testimoni! “Ops… Ma che mi va a regalare ‘sta pazza??? Non sembra un’altra sciarpa… Se mi vedono i ragazzi, chissà le prese per i fondelli… No, forse dei guanti… ma con i nastrini?? Oh, chi li sente se mi beccano???” Si guardò intorno… bene, nessuno lo stava osservando… iniziò a tirare piano quei nastrini… ma un rettangolo di carta scivolò fuori e si infilò sotto la branda. Poi si trovò in mano due minuscole scarpine di lana… In quel momento entrarono in stanza alcuni commilitoni e, vedendolo con le due scarpine gialle in mano iniziarono a prenderlo in giro: “Che ci fai con le calzine??? Deve essere davvero tanto che la tua ragazza non ti vede, se non si ricorda nemmeno la taglia del tuo piede?!” “Ma per chi sono??” Lentamente, una strana sensazione si fece strada nel suo cervello, mentre guardava inebetito le scarpine gialle… In quel momento, Berti il commilitone che dormiva sulla branda accanto alla sua si inchinò e gli porse una fotografia in bianco e nero che raffigurava… una specie di patata con delle macchie scure al centro!!! Rimase folgorato alle parole di Berti: “Dobbiamo farti le congratulazioni, papà?”

Inebetito, ripercorse mentalmente la giornata fino alla notte e alla sera prima e a tutto ciò su cui aveva rimuginato durante il turno di guardia, poi il pensiero gli tornò al momento in cui aveva preso il fucile e aveva controllato che fosse carico. Ah! No: in quel momento non sapeva davvero cosa l’attendeva!!!

– – …FINE – –
😁

#insiemeraccontiamo 65

Con l’inizio di questo nuovo anno, la mia grande ispiratrice di storie, Pat del blog myrtilla’s house, ha lanciato la sua nuova sfida con il suo “incipit” nuovo a cui dare una conclusione…

Prese il fucile e controllò che fosse carico. Sapeva già cosa l’attendeva.
Intanto fuori scendeva lentamente il buio.

Lentamente, uscì allo scoperto da dietro il muro che gli aveva offerto riparo guardandosi bene intorno attraverso il mirino del fucile. Procedette fino ad un altro muretto e vi si riparò dietro. Poi si affacciò lentamente per controllare intorno a sé le macerie della città bombardata. “Lo so che sei lì… Stavolta non mi freghi” pensò. Si mise a correre verso un edificio ancora mezzo intatto che doveva essere stato il Municipio, prima che i tedeschi bombardassero l’intera città. “Pfiu!”, fece appena in tempo a sentire solo il fischio del proiettile nell’aria, ma era troppo tardi! Cadde a terra…
Lo schermo si tinse di rosso sangue. “Merda!” urlò.
“Shhh! Che succede?”
“Quel maledetto cecchino mi fa fuori tutte le volte!!!”
“Ma perché, invece di giocare a “Call of Duty”, non giochi tipo a “Tetris” o a qualcosa tipo “Happy Farm”, se devi innervosirti tanto?? Dici sempre che hai bisogno di rilassarti mezz’ora giocando al computer, e poi non fai altro che imprecare!!! Boh… A me sembra controproducente…”
“Dài… Fammi uscire da questa città, che poi vengo a dormire..”
Prese il fucile e controllò che fosse carico. Sapeva già cosa l’attendeva.
Intanto fuori scendeva lentamente il buio…


– – …FINE – –
😁

#insiemeraccontiamo 64

E con l’inizio di questo nuovo anno, mi sento ispirata per dare una conclusione al nuovo “incipit” di Pat del blog myrtilla’s house!!! 😀

Quando si alzò quel mattino trovò sotto alla porta una busta bianca, sigillata. Nessun indirizzo. Niente.
La prese, andò in cucina e con l’aiuto di un coltello l’aprì. Come la lesse sentì le gambe farsi molli e dovette appoggiarsi al tavolo per non cadere.
Stampato sul foglio bianco c’era scritto:
“Conosco il tuo segreto!
Ne riparleremo!”.

Lentamente, la ridusse in mille pezzi e la gettò nel cestino. Poi corse ad aprire il suo armadio, fece scorrere il pannello sul fondo, premette la solita mattonella e nel muro si aprì un varco. Vi si infilò dentro, tirò il filo sul soffitto e la luce si accese rischiarando una stanzina buia. Il suo costume e la sua maschera erano lì… Tirò un sospiro di sollievo, poi ripeté tutte le azioni al contrario e ghignando bisbigliò: “Tutto è al suo posto… Quanto al ficcanaso, ci penserà Goblin a farlo fuori!!!”

– – …FINE – –
😁

#insiemeraccontiamo 63bis

E adesso che Pat del blog myrtilla’s house mi ha ispirata con il suo nuovo “incipit”, ho trovato ancora un finale diverso per la storia!!! 😀

Era una sera verso fine anno. Stava cenando con la tivù accesa. C’era il solito messaggero di cattive notizie ma informarsi sul mondo intorno era il minimo.
Ad un certo punto, la voce della giornalista tremò, gli occhi le si riempirono di terrore.
L’ultima news era terrificante.

“Gentili spettatori vi diamo una notizia che nessuno avrebbe mai voluto sentire.
Non ci sarà il 2021. Dal primo gennaio saremo di nuovo nel 2020…..”

Lei non si scompose particolarmente… mancavano ancora alcuni giorni alla fine dell’anno. Finì di cenare, poi andò in camera, aprì l’armadio e controllò le sue mascherine, ben disposte ripiegate sul ripiano. Sorrise, vedendo che ne aveva una collezione veramente invidiabile, di ogni colore e ogni stile… quelle sportive, quelle eleganti di raso, o con il pizzo sui bordi, quelle in tela tipo jeans, quelle più colorate, quelle con i brillantini, a strisce, quadretti o pois… una adatta ad ogni tipo di outfit!!! Poi andò ad accendere il pc e controllò la sua collezione di e-book e i cataloghi di film e serie tv delle pay-tv cui si era abbonata durante il lockdown. “Bene… Domani mattina, appena apre il supermercato, vado a fare scorta di farina e lievito per riempire la dispensa, e poi… nuovo vecchio anno puoi anche arrivare: sono pronta!!!”

– – …FINE – –
😁

#insiemeraccontiamo 63

E dopo diversi mesi in cui la mia vena creativa è andata a farsi benedire, sono finalemnte riuscita a mettermi all’opera per trovare un finale al nuovo “incipit” di Pat del blog myrtilla’s house!! Evviva!!!! 😀

Era una sera verso fine anno. Stava cenando con la tivù accesa. C’era il solito messaggero di cattive notizie ma informarsi sul mondo intorno era il minimo.
Ad un certo punto, la voce della giornalista tremò, gli occhi le si riempirono di terrore.
L’ultima news era terrificante.

“Gentili spettatori vi diamo una notizia che nessuno avrebbe mai voluto sentire.
Non ci sarà il 2021. Dal primo gennaio saremo di nuovo nel 2020…..”

In quel preciso momento scostò la sedia dal tavolo e si alzò. Si avvicinò silenziosamente al televisore, strappò la spina dal muro con un colpo secco, prese l’apparecchio tra le mani e lo scaraventò sul pavimento. Poi con la scopa e la paletta iniziò a raccogliere i pezzetti di vetro sparsi sul pavimento e con un ghigno si disse: “Ok, allora visto che torniamo nel 2020, dato che non ho più la Tv, mi devono restituire il canone che ho già pagato!”. 😁

– – FINE ? – –
😁

#insiemeraccontiamo 58

Ed eccomi di nuovo all’opera per rispondere alla sfida mensile “Insieme raccontiamo” lanciata da Pat del blog “myrtilla’s house”, che consiste nel trovare un finale al suo “incipit” mensile…
Questo mese, l’“incipit” è stato scritto da Ariano Geta, de “Il blog di Ariano Geta”. Ecco anche il mio finale… 🙂

“Era una notte buia e… serena (in fondo, chi l’ha detto che la notte buia debba pure essere tempestosa?) e il giorno dopo…

i raggi del sole gli ferirono gli occhi in modo insolito. Lentamente li aprì e cercò di mettere a fuoco il paesaggio che lo circondava. Non si trovava in camera sua, nel suo letto, ma era circondato da foglie e alberi. Il sole filtrava tra le fronde e, creandosi un varco tra rami e foglie, gli colpiva dritto dritto il viso, costringendolo a strizzare gli occhi. Spostò la testa di qualche centimetro, in modo da ripararsi dalla luce diretta all’ombra di un ramo e lentamente si tirò a sedere sul terreno umido. Sentiva il sangue martellargli le tempie e la testa gli doleva. Si guardò intorno, tenendosi il capo tra le mani. Poi il suo sguardo si spostò sui propri vestiti e notò che erano tutti strappati e sporchi. Accanto a lui giaceva il suo cellulare, lo prese e con suo grosso disappunto notò che la batteria era agli sgoccioli. Sullo schermo erano in evidenza 15 chiamate di sua madre, tutte tra le 23 e le 6 del mattino. Lentamente e in modo confuso, gli tornarono in mente gli eventi della sera prima… il falò nella radura, la musica, poi la birra e l’alcol a fiumi, gli amici che festeggiavano il diploma, la ragazza cui andava dietro dagli inizi delle superiori che si sbaciucchiava con un altro…
La realtà lo colpì come un pugno: lui non era stato promosso e i genitori lo avevano saputo dalla scuola prima che lui potesse prepararli; la ragazza che gli piaceva lo aveva respinto per un altro; i suoi lo avevano messo in punizione, ma lui era andato di nascosto alla festa e, dopo essersi riempito d’alcol, non aveva avuto il coraggio di rientrare a casa ed aveva vagato per il bosco…
Ora, però, doveva affrontare la situazione e prendersi le sue responsabilità. Non era ora di piangersi addosso! Anche se non aveva preso un diploma di maturità, il primo passo per dimostrare che era maturo era quello di tornare a casa.
Si alzò in piedi nonostante la testa che gli pulsava e si incamminò… verso casa, verso il futuro.”

🙂

#insiemeraccontiamo 57

Ed anche questo mese, eccomi di nuovo pronta a rispondere alla sfida mensile “Insieme raccontiamo” lanciata da Pat del blog “myrtilla’s house”, che consiste nel trovare un finale al suo “incipit” mensile…
Questo mese, l’“incipit” è stato scritto da Daniele Verzetti, del blog “Daniele Verzetti Rockpoeta®”. Ecco anche il mio finale… 🙂

Lei entrò prese la mira e lo uccise! Così a bruciapelo, senza un’apparente ragione.
Uscì indisturbata non prima di aver lasciato col suo rossetto rigorosamente rosso sangue la scritta sullo specchio: “Ed ora prendimi se riesci”
Una volta uscita, girò l’angolo prese il primo taxi che passava di lì e si dileguò.
“Certo che…”, pensava lei, mentre il tassista guidava in mezzo al traffico di un sabato sera come tanti altri,…

…”cosa tocca fare, per attirare la tua attenzione, detective Snow! Se fossi stato un uomo più facile, sarebbe bastato un invito a cena! Ma a me piacciono gli uomini difficili da conquistare!” Si calcò il cappello in testa in modo che le tenesse in ombra il volto e guardò fuori dal finestrino con un sorriso diabolico sulle labbra rosse.

😏