Favette dei morti

E dopo i costumi e le decorazioni di Halloween, della cui origine si può leggere la storia sul blog di Silvia “InarteSy”, ho pensato di ritornare al lato più religioso e spirituale della festa di Ognissanti e del Giorno dei defunti (il 2 novembre)…

Il 31 ottobre, il Terremoto all’asilo ha fatto le “favette dei morti” e le ha portate a casa. Le “favette” sono un dolcetto tradizionale di varie regioni d’Italia, che prendono questo nome dalla credenza dell’antica Roma che le anime dei defunti fossero contenute nelle fave.

Per me sono un dolce speciale perché mi riportano alla mente i ricordi della mia infanzia, poiché il mio nonno veneto ogni volta che ci veniva a trovare in autunno ci portava un sacchetto di “favette” che da noi non si trovavano. Mia madre le conservava fino alla sera di Ognissanti o del 2 novembre, quando tutta la famiglia si riuniva sul divano del salotto dopo cena a fare una veglia per i nostri cari defunti… dopo la preghiera, si mangiavano le “favette”.

Quest’anno, visto che i bambini sono abbastanza grandicelli e che il Terremoto le ha portate a casa fatte con le sue manine, ho riproposto questa vecchia tradizione della mia infanzia e abbiamo ricordato tutti i nostri cari che non ci sono più e abbiamo detto un paio di preghiere per loro.

A seconda della regione, le ricette delle “fave dei morti” sono innumerevoli, ma l’ingrediente principale è per tutte la mandorla. La ricetta della scuola del Terremoto non sono ancora riuscita ad averla, ma lui racconta di aver usato farina, zucchero a velo, uova, cannella e cacao (in effetti, le mandorle non si sentivano, ma non so come siano tradizionalmente in Friuli). In rete si trovano moltissime versioni differenti, per lo più fatte con mandorle, farina, zucchero e uova, aromatizzate con cannella, cacao e alchermes.

😛